Minoa, Amorgos, Cicladi – una città vicino al cielo

È bello il silenzio, quando il vento si ferma. Sotto la tettoia degli archeologi, qui a Minoa, la tranquillità è assoluta. Nessuno è venuto qui da quando sono arrivato. Il sito archeologico della antica città minoica in sé non è eccezionale, un po’ alla greca. Ma alcuni muri ciclopici, come la porta della città, sono notevoli. I blocchi non sono totalmente squadrati, ma sagomati l’uno sull’altro per trovare l’incastro migliore, come abbiamo già visto a Milos nelle mura doriche vicino al sito del ritrovamento della Venere.


È un tipo di muratura che mi intriga molto e che è presente in molti luoghi del mondo, se non ricordo male anche in qualche civiltà precolombiana in centro America.
Ma la cosa più affascinante è il luogo: una città che ruota intorno alla cima di una collina.

Dall’alto si delineano perfettamente tutta la baia di Katapola e la costa ovest dell’isola. Un luogo perfetto per controllare il territorio. Ovviamente le case erano dal lato protetto dal vento, ma la piattaforma naturale che c’è sul lato nord della collina è un perfetto osservatorio. Credo che la città non si possa vedere dal mare, e in questo c’è un’analogia con la Chora, che da qui si vede benissimo, ma non dal mare, sia dal lato di Katapola, sia dall’altro, dove la scogliera del Monastero taglia di netto il dislivello di 450 metri con il mare.
Daniele, diario di viaggio, 28/09/2011

