Creta – Màtala e Kommos

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Creta – Màtala e Kommos

musica e sabbia

La pianura della Messarà a Creta è una delle zone più fertili dell’isola ed è proprio come alcuni posti del nostro sud italiano. Ulivi a perdita d’occhio e campi coltivati, qualche capra che bruca l’erba ormai seccata dal sole, nei giorni d’estate, e le colline che salgono in lontananza.

È un luogo baricentrico, da qui si possono visitare i siti archeologici di Festòs, di Hagia Triada e più in là la città di Gortina, che ti racconto a parte.

Scorcio della pianura della Messarà dalle rovine di Festos

Dormiamo subito fuori da un piccolo villaggio, Pitsidia, dove c’è una piazza con locali, molto carina ma troppo turistica e piena di gente.

Abbiamo preferito per la cena un altro locale lungo la strada dove arriviamo a piedi da casa, una ottima taverna, Ariadne, che fa anche la pizza con il forno a legna, di discreta qualità.

La spiaggia di Màtala con le grotte nella scogliera

A qualche chilometro, sul mare, c’è Màtala, con le sue memorie di altri tempi, quando durante il regime militare dei colonnelli molti giovani dall’Europa o dagli Stati Uniti si ritrovarono qui, lontani dai centri delle guerre, della politica a cui erano abituati, e si sviluppò una comunità hippie, vivendo fra le grotte della scogliera e i pochi locali del paese di pescatori. Non tutti capivano il loro modo di vivere fuori dagli schemi e fuori dalle regole della società “normale” e il sogno finì quando furono cacciati dalla polizia e rimandati nei loro paesi di origine. Alcuni locali furono perseguitati fino al punto di andarsene a seguire quegli amici acquisiti nel sogno di una vita di pace e amore.

TODAY IS LIFE

TOMORROW NEVER COMES

sul muro della spiaggia di Matala

In questo sito sono raccontate alcune storie dei ragazzi passati in quegli anni a Màtala.

https://www.matala.nl/

Quel periodo ci ha lasciato una delle più belle canzoni di Joni Mitchell, Carey, inserito nel suo capolavoro “Blue” del 1971, pensando ad un suo amore sbocciato nella terra di Minosse.

La spiaggia di Matala è chiusa da un lato dalla scogliera, dall’altro dalle case del paese. Le grotte hanno un origine neolitica, poi diventate tombe in epoca romana, alla fine occupate dagli hippies.

Màtala di sera

Molti locali affacciano sulla spiaggia e puoi mangiare o prendere un drink a fianco alle onde del mare.

Il villaggio è un luogo abbastanza turistico, anche se si percepisce un po’ di “diversità” in alcuni personaggi che vedi in giro e alcuni artigiani di strada. In giugno si svolge un festival di musica che vuole far rivivere quel periodo. Ci farò un salto, prima o poi!

La spiaggia da noi prescelta, nei giorni della Messarà, era un’altra, molto più suggestiva, distesa subito sotto le rovine della città minoica di Kommos, e quasi deserta, visto che ha una taverna solo all’estremità, verso le scogliere, subito dietro quelle di Màtala.

I resti della città non sono visitabili e chiusi da un recinto di rete metallica, ma la struttura è di un centro portuale, con alcune case e magazzini dove sono stati trovati reperti provenienti da Cipro, Egitto e Sardegna. D’altra parte il sito di Festòs non è lontano ed è uno dei centri più importanti della civiltà minoica.

“Una spiaggia larga, circondata dalla campagna, dove il passato ti guarda dall’alto. L’insediamento minoico, recintato ma non visitabile, custodisce questo piccolo segreto.

Una spiaggia ad ovest, nel sud centrale dell’isola. Vicino al villaggio di Màtala, di recente memoria hippie e di lontana memoria neolitica, nelle grotte scavate nella alta parete di roccia.

Ma a Màtala ci sono i turisti, a Kommos quasi no.

Quando il sole va giù, si scatena l’arte della natura: il piccolo isolotto di fronte parla con il sole, e fra un po’, quando il suo tragitto diventerà più breve, si tufferanno insieme,  nel mare che si fa blu cobalto, con le onde dai riflessi bianchi che ne spezzano l’uniformità.

Poi il disco arancione tocca il mare a va giù in un attimo, il tempo di trattenere il respiro per farlo concentrare meglio.

Ma è solo l’inizio dello spettacolo.

Il colore del cielo trasfigura e si trasforma continuamente, fino a prendere di nuovo il sole, ormai al di sotto dell’orizzonte, e specchiarlo nel cielo con i suoi raggi esplosi fino allo zenit.

A fianco una giovane Luna fa capolino nel cielo, aumentando la sua intensità al volgere del buio.

Le sfumature prendono il sopravvento e disegnano nel paesaggio il più bel tramonto che ho mai visto.”

Daniele, diario di viaggio

E non ci sono altre parole!

Il più bel tramonto mai vissuto, fin’ora!
Time lapse del tramonto a Kommos beach

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