Lefkada – le spiagge della costa ovest
The west is the best!

Le spiagge migliori di Lefkada, da quello che ho esplorato nel viaggio, sono quelle sul lato ovest dell’isola.

Ho scoperto sulla cartina che come latitudine in pratica siamo davanti alla nostra Calabria di Soverato, dove ho passato tanti anni le estati con i miei genitori, all’epoca della scuola e dei primi anni di università, in quella piccola casetta in mezzo agli ulivi. Qui non è molto diverso, gli ulivi formano praticamente dei boschi, ma le spiagge sono più estreme, fino a pochi anni fa selvagge, ancora prima irraggiungibili, magari solo in barca.

Ci diceva Andreas, il gestore delle stanze di Agios Petros, che il turismo in quantità maggiore qui è arrivato abbastanza tardi, negli anni 2000, e forse prima non si potevano raggiungere le spiagge, visto che le strade sono state costruite progressivamente, a partire dalla fine degli anni ’70 del ‘900.
L’orografia dell’isola qui è costante: una cresta di colline con fianchi scoscesi che si buttano nello splendido mare turchese. Ogni volta che scendi con l’auto verso giù non puoi fare a meno di meravigliarti ed esclamare “Ahhhh!” ad ogni tornante che ti fa volgere lo sguardo a valle.
Le spiagge – da nord a sud
Le spiagge hanno vari nomi, ma alcune hanno la stessa strada che ti porta giù, nell’abisso del mare.
Partendo da nord abbiamo saltato la prima, Milos, perché era più comodo da Exanthia prendere la strada successiva. Ho letto che è una bella spiaggia, se tornerò a Lefkada ci andrò.
Il giorno che siamo arrivati nell’isola siamo andati in avanscoperta nel tardo pomeriggio della spiaggia di Kathisma, che è considerata una delle più belle. Siamo arrivati giù e abbiamo trovato una enorme zona di parcheggio, taverne una dopo l’altra e ombrelloni a riempire la spiaggia. Li puoi vedere in alto, nella foto sotto.
Non fa per noi, cerchiamo posti più tranquilli.
Dal villaggio di Kalamitsi parte la strada che arriva a quelle successive: Gaidaros, Avali, Kavalikefta, Megali Petra.
Il cartello dice semplicemente “Παραλία – Paralia”, cioè spiaggia, senza specificare!
Meglio!
“Grande è la confusione sotto il cielo.
La situazione, quindi, è eccellente” (sembra sia di Confucio)
Nella incertezza qualcuno in meno si avventurerà verso giù (verso il paradiso), anche se Googlemaps fa abbastanza bene il suo lavoro, quando il telefono ha segnale!
Ad un certo punto la strada si biforca: a destra verso Avali e Gaidaros, a sinistra verso Kavalikefta e Megali Petra. Il primo giorno ci dirigiamo a Gaidaros e ci passiamo un paio di giorni. Poi esploriamo la strada per Kavalikefta, che però è una spiaggia piccola, piena di gente e con il bar, e ci piazziamo a Megali Petra che diventerà la nostra spiaggia ufficiale.
Le spiagge più a sud
L’unica che abbiamo visto è quella di Gialos, la più facilmente raggiungibile da Agios Petros, la strada è buona e puoi parcheggiare lungo la spiaggia.

La successiva è la spiaggia di Egremni, una delle più famose dell’isola, che ha una scala di 350 gradini per accedervi e quindi la evitiamo: il ginocchio di Annamaria e i miei precari menischi potrebbero mandarci il conto! Ci fidiamo, è sicuramente molto bella ma, temo, anche molto frequentata.


Poi c’è Porto Katsiki, forse la più famosa.
Un giorno ci facciamo un salto nel tardo pomeriggio, solo per vederla. Arrivati lì verso le 19 vediamo le auto, tante, parcheggiate sia lungo la strada (dove la mettiamo anche noi), sia in enormi parcheggi (a pagamento) subito sopra la spiaggia. Poi c’è anche il negozio dove puoi comprare la ciambella a forma di unicorno per nuotare e, ovviamente, la taverna per mangiare. Il tempo di fare qualche foto e andiamo via. Avevamo pensato anche di fare qualche ripresa con Annamaria che recitava qualche poesia di Saffo, visto che sembra sia su queste scogliere il luogo del suicidio della poetessa, ma non ci ispira proprio.
Ci siamo fermati più avanti in un posto più tranquillo, con la scogliera di sfondo.
Il mio pensiero
Le spiagge della costa ovest di Lefkada sono tutte belle e per tutti i gusti, per chi vuole stare comodo con lettino ed ombrellone, per chi vuole anche mangiare o bere qualcosa e per chi, come noi, vuole solo stare un po’ tranquillo senza rumori in giro che non siano quello delle onde e della risacca.
Questo silenzio, a parte il rumore della natura, aiuta in quella attività giornaliera che io chiamo “la meditazione del mare”, che consiste nel “vivere” il luogo cogliendo ogni piccolo dettaglio che ti circonda, dal flebile canto di un uccello, al riflesso del rumore del mare sulla scogliera retrostante, come un eco vicino, a godersi le sfumature dei colori fino a quando devi andare via, riempito dalla bellezza come nessun altra cosa al mondo può fare.
Questo è quello che sento, ogni volta che passo una giornata (e meglio se è un periodo lungo di molti giorni) di fronte a quel liquido limite fisico che si trasforma in una illimitatezza mentale.

Ci sono arrivato lentamente, negli anni, ma ormai sono sicuro, dopo aver provato la meditazione del respiro, anche se per periodi brevi: è una vera forma di meditazione che ti fa sentire parte del tutto che ti circonda.
Prova anche tu a vivere così una semplice giornata al mare, tornerai rigenerato dentro!