Sounion
La fine della terra

Ricordavo le pagine del libro di storia dell’architettura greca della Electa come un’istantanea. Quelle foto della terra che finisce, difesa dalle colonne del tempio di Poseidone, con lo strapiombo sul mare.
La fine della terraferma mi ha affascinato da sempre, il limite di un mondo e l’inizio di un altro, lontano e sconosciuto e soprattutto senza fine come il mare fa sempre percepire.
Ho sempre rincorso i capi delle terre dove ho viaggiato, qui in Europa. Da Cabo San Vincente o Cabo da Roca in Portogallo a Malin Head in Irlanda a Land’s End in Cornovaglia, a Capo Vaticano in Calabria e molti altri.
Quando siamo andati ad Atene ho studiato un po’ le distanze ed ho visto che era fattibile in un giorno. Capo Sunio dista 60 km, e basta prendere un autobus dalla città per arrivare proprio al sito archeologico in circa un’ora e mezza.
La giornata era splendida e siamo voluti rimanere lì fino al tramonto. Avremmo preso l’ultimo bus per Atene.

Prima di entrare nel sito recintato abbiamo esplorato l’istmo che si allunga verso il mare da dove si vede il tempio in lontananza. Il vero Capo è lì.
L’emozione saliva dentro e la mia passione di fotografare e fare video ci fa rimanere un po’ in giro.

Il sito archeologico è ben tenuto, si sale verso il tempio e si può girare intorno a 360 gradi. Dal lato opposto all’entrata il terreno scende dolcemente con un prato verde (in questi giorni di gennaio, ma da 15-20°).
Ho scoperto da poco che questi giorni miti d’inverno in Grecia li chiamano “i giorni di Alcione”.
Leggi qui il mito di Alcione e Ceice. Una storia d’amore finita male ma bene! Sempre perché gli Dei sono un po’ invadenti!

Da lì abbiamo consumato più tardi il nostro pranzo portato dalla città e ci siamo rilassati al sole quasi primaverile, protetti dall’alto da Poseidone, mentre una nave da carico andava verso il Pireo.
Κούρος
Vicino al tempio fu trovata una delle statue di kouros più grandi, esposta oggi al Museo archeologico di Atene. È veramente imponente, alta 3 metri, con quello sguardo fra l’egiziano e l’indù, come molti dei kouroi nel museo.
I kouroi sono statue di giovani, probabilmente offerte votive da parte di persone in vista nella società. In effetti hanno analogie con le statue egizie, come ho letto dopo, ma qui sono raffigurati nudi, diversamente che sulle rive del Nilo.


Il tempio ha un basamento in marmo con 13 colonne sul lato e sei colonne sul fronte, con il portico che gira tutto intorno. Ne sono rimaste in piedi solo alcune, ma si può capire lo stesso l’imponenza della struttura nel paesaggio. (immagine da Wikipedia – Attribution: Napoleon Vier at Dutch Wikipedia, CC BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/, via Wikimedia Commons)
Le colonne rimaste sul fronte sono piene di firme incise nella pietra, a partire dal ‘700, alle quali si è aggiunta quella di Lord Byron durante il suo “Gran Tour” del 1809-’10.

Lord Byron
George Gordon Noel Byron è stato un personaggio che dovrò approfondire, “il” romantico per eccellenza, poeta, ribelle, espulso dal suo paese dove tornò solo dopo la morte. Molto amico di Shelley, visse a lungo in Italia e poi in Grecia, dove decise di andare a combattere contro la dominazione dell’impero ottomano per la liberazione della Grecia, e morì lì, in seguito a malattia, a Missolongi (Μεσολόγγι), non lontano da Patrasso, dove era molto conosciuto e apprezzato dai locali.
Il nome del mare

L’altra storia di questo posto è quella di Teseo e di suo padre, Egeo, re di Atene.
Teseo, di ritorno da Creta dove aveva sconfitto il Minotauro, non issò, come stabilito con il padre, le vele bianche alla nave mentre tornava, ed Egeo, vedendo la nave con le vele nere pensò che Teseo fosse morto e si gettò in mare.
Da quel giorno il mare è stato chiamato Egeo!
Altri incontri sono stati con dei buffi uccelli tipo galline, le coturnici, che gironzolano per tutta la parte dietro al tempio, con le loro piume a strisce e la collana nera!


La giornata è passata fra foto e video del tempio, con il cielo blu e con le nuvole drammatiche che il vento ha portato, fino alla sera, quando il sole calante ha acceso di colore il marmo delle colonne, regalandoci uno spettacolo fantastico!


Siamo usciti che già scuriva il cielo, in tempo per riprendere il promontorio con il tempio illuminato dalle luci sullo sfondo del blu magico prima dell’oscurità.

Poi siamo andati ad aspettare l’arrivo del bus per Atene. Nell’attesa abbiamo accompagnato la Luna nella sua nascita dalle onde del mare, ancora con la benedizione di Poseidone e scortata da Orione in alto a destra.