Creta – Heraklion – L’ultima cena

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Creta – Heraklion – L’ultima cena

Nueve

Questa volta non serve rielaborare nulla: solo qualche [commento] quando serve per spiegare meglio. Le foto sono “rubate” con il telefono, quindi di scarsa qualità, ma “è la somma che fa il totale” come diceva Totò!

Goditi il diario di quella sera!


“Ultima sera ad Heraklion.

Siamo tornati a casa presto e non volevamo tornare in centro per la cena. [come ho detto qui dormivamo in una zona un po’ periferica]
Cerchiamo su Google maps qualche posto per mangiare.

Due giorni fa avevamo fatto una passeggiata per cercare almeno una pita gyro per una cena economica e non avevamo trovato nulla.

Vediamo su Google una taverna …George… in una traversa non lontano da casa e decidiamo di andare.

O Yorgos!

Tanti tavolini con gruppi di persone. Nessun turista, solo greci.

La cameriera ci fa capire che mastica poco inglese, come noi poco greco. Però lei è cubana, quindi ci accordiamo in un misto di spagnolo e inglese. Vediamo che in giro hanno tutti dei piatti di varie mezedes.

Diciamo anche noi quello che c’è. [ma ricordo che non è che potevi scegliere, ovviamente non c’era nessun menu, potevi solo sbirciare nei tavoli a fianco]
Da bere mezzo litro di bianco.

Arrivano quattro piatti: una piccola insalata greca, lumache con zucchine bollite vicino, una frittata con pezzi di carne dentro e un tocco di maiale bollito con la senape vicino.

Ci sembrano piatti di un altro mondo: le lumache di Lacedonia di Annamaria, la frittata meridionale con i pezzi di pancetta che nel sud si fa a Pasqua, il pezzo di carne come in Baviera!

Ovviamente tutto buonissimo.
Poi chiediamo un raddoppio della frittata e dell’insalata greca.
Dopo queste lo stomaco boccheggia.

A conclusione arrivano gli omaggi: pezzi di cocomero e raki da bere, e dopo anche dei dolcetti buonissimi.
Ogni tanto George
[credo, ovviamente Yorgos] parla con qualcuno dei tavoli citando noi che siamo italiani, non capiamo perché.

Stiamo un altro po’, guardando le persone, come è sempre bello fare in questi casi. Tutte persone semplici, con facce e fisici da gente che lavora, anche stanchi della giornata, ma che dividono la loro socialità con gli amici.

Un po’ intorpiditi dal vino e dal raki dico alla cameriera:
“la cuenta, por favor” e lei viene al tavolo e dice:
“nueve”.

Annamaria non capisce e le ripeto “nove!”.

Increduli tiriamo fuori questi pochi spicci per una cena da panza piena!

Ad Heraklion, Creta, Grecia il 25/08/2019

Daniele, diario di viaggio, [appunti fra parentesi del 2021]

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