Dodecaneso – Kastellorizo
L’ultima isola

L’isola di Kastellorizo è stata l’ultima del lungo viaggio del 2014. Ho voluto terminare lì il viaggio, a parte i pochi giorni, molto piacevoli, a Rodi per aspettare il volo aereo.
Erano aaaaanni (chi vuol capire la citazione capisca) che ci volevo andare, ovviamente in seguito alle emozioni sempre vive del film di Gabriele Salvatores “Mediterraneo”.
È veramente l’ultima isola della Grecia. Oltre solo l’oriente. Ma in realtà anche lì sei più in Turchia (che dista solo 2 km) che in Grecia (Rodi dista ben 130 km).

Già arrivarci è un bel viaggio. Sono partito da Nisyros di notte e arrivato lì di mattina (circa 8 ore), ma comunque da Rodi sono sempre 3 ore. La nave era abbastanza vuota, ma facendo alcune tappe avevo un po’ di timore ad addormentarmi e passare la notte (io viaggio sempre con il posto ponte e poi mi metto a dormire dentro dove ci sono i divanetti imbottiti o a volte per terra che c’è sempre la moquette). Questa volta sono stato fortunato: sono capitato vicino ad un signore che mi ha detto di dormire tranquillo che dava lui un occhio al mio zaino…
Quando mi sveglio lo incrocio con lo sguardo: “ok?” gli dico di si e poi mi dice “water … good” e mi regala la sua bottiglietta di acqua visto che doveva scendere, mi pare a Symi … Mi è sembrato una specie di angelo custode che ha vegliato sul mio sonno, con la sua faccia rilassata e morbida!
Daniele, diario di viaggio
Da Symi sono rimasto sveglio, era già giorno e mancava solo la tappa a Rodi, prima di attraversare i 130 km fino a Megisti.

“Riempirsi con un orizzonte infinito, che taglia in due il cerchio della finestra della nave” Daniele, diario di viaggio
Ho conosciuto un signore che si è seduto vicino e parlandoci un po’ ho scoperto che era uno dei proprietari di un hotel dell’isola (il Megisti hotel) che stava andando lì per qualche giorno. Mi ha anche invitato ad andarlo a trovare, ma quando mi sono deciso, dopo qualche giorno, lui era già ripartito. Mi ero anche venduto come architetto, ma purtroppo avevano appena ristrutturato l’hotel (sic!).
Sceso dalla nave cammino verso il paese, visto che nessuno era venuto a proporre stanze all’arrivo al porto, come è usuale in tutte le isole.
Chiedendo in giro ho trovato prezzi più alti del mio standard, ma alla fine mi è stato indicato un signore in un negozio che affittava stanze. Ho preso una stanza in un vicolo tranquillo e sono stato benissimo per il mio soggiorno di circa dieci giorni.
In posti come questo i traghetti, anche se in stagione turistica, non sono quotidiani, quindi devi decidere ogni tre giorni se vuoi rimanere o vuoi andare via.
È un aspetto che mi piace, visto che fa dilatare anche i tempi delle scelte, oltre a quelli del viaggio.
Militari
Il giorno dopo faccio un giro in paese e vedo una nave militare e vari militari implotonati che provano le mosse per una ricorrenza ufficiale. Mi fermo un po’ a guardare.
Essendo un’isola di confine, anzi quasi “infiltrata” in territorio turco, c’è sempre una presenza militare, come ho rivisto nelle notizie del 2020, quando ci sono stati degli sconfinamenti di navi militari turche nelle acque territoriali greche, per le controversie sulle rispettive acque territoriali in relazione alle ricerche per i giacimenti di gas sotto il mare in territorio turco, praticamente le prove per il ritorno della guerra fredda…
Puoi dare un’occhiata qui per approfondimenti:
C’è una rivalità atavica fra i due paesi, frutto di una millenaria dominazione e le contese del ‘900, i trasferimenti forzati di migliaia di persone da un paese all’altro e tutto il resto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Scambio_di_popolazioni_tra_Grecia_e_Turchia
La situazione reale dell’isola è molto diversa dal sogno di Salvatores nel suo film, in cui i militari si trasformano in persone normali…
“Ma a me piace pensarlo come il luogo del film, fuori dal tempo e dal mondo, in cui la guerra è lontana e i rapporti umani diventano reali e rilassati. Proprio per la sua storia dovrebbe diventare un simbolo contro la guerra, anche per la sua vicinanza con la Turchia, acerrimo nemico della Grecia da sempre.”
Daniele, diario di viaggio
I ragazzi ce la mettono tutta a fare i movimenti con il fucile e tutto il resto; a me sembrano un po’ impacciati, ma sono molto giovani. Quel giorno non ho capito di cosa si trattava, non capendo il greco, ma era il 13 settembre e successivamente ho scoperto la ricorrenza: è il giorno della liberazione dell’isola nel 1943, quindi un giorno importante!
Finita la cerimonia il paese si è riempito di divise, in tutte la taverne e i bar sul molo; tempo di incamminarmi verso l’altopiano al di sopra della scogliera che protegge il paese. Una scarpinata su un percorso di gradini ripidi, che vale assolutamente la fatica! Il panorama si apre salendo verso l’alto e l’ottima luce mi permette di fare belle foto.

Soffia il vento qui a mezza costa della parete di Megisti e rinfresca il pensiero. La camminata mi ha rilassato veramente. Lo spazio infinito e deserto mi mette sempre tranquillità. Meglio il belato delle capre nel vento che le chiacchiere ad alta voce dei turisti.
Daniele, diario di viaggio
Arrivato in cima l’altopiano ti accoglie con una terra rossa sotto i piedi, quella polvere che ti rimane sopra le scarpe, ma ti fa piacere se le macchia un po’, come le tacche sulla lama del coltello. Fra gli arbusti e le rocce intorno al sentiero anche una vecchia bomba della guerra.
Al centro dell’altopiano si incontra il monastero di S. Giorgio della montagna, ma tutto chiuso ed in cantiere. Mi sono chiesto se era quello con la chiesa dipinta dal tenente Montini, nel film di Salvatores, ma non ho trovato informazioni in rete… soltanto che è stato abbandonato da decenni ed è stato programmato il restauro con un ingente investimento. Oggi è possibile visitare il monastero, fondato a metà del ‘700 e costruito sul sito di una basilica paleocristiana.

La campagna è brulla con pochi alberi e dall’altra parte il terreno scende e si vede l’altro lato dell’isola. Tracce di scanalature nella roccia calcarea, chissà a che servivano, magari per canalizzare l’acqua e non farla penetrare nel terreno carsico e utilizzarla per gli usi dell’uomo.

Giro un altro po’ e poi torno indietro, non voglio fare un’altra salita dopo essere sceso e non so se i sentieri portano fino alla parte inferiore, dove ci dovrebbe essere l’aereoporto e la strada (unica) dell’isola che ritorna al paese.
Visto oggi da Google Earth (facile no?) in realtà si potrebbe fare tutto un giro e passare per l’aereoporto, ma lo scopro ora, comodo al computer e non potevo saperlo durante la bellissima camminata!
Come primo giorno di visita non c’è male!
Basta tornare giù e fermarsi al bar per un “frappé”, il classico caffè solubile con ghiaccio, un must per tutti i greci, rinfrescarsi un po’ e poi prepararsi per la cena, gnam gnam!