Dodecaneso – Kastellorizo – Mediterraneo, il film
Salvatores e la libertà della fuga

Il motivo principale per andare a visitare questa piccola roccia nell’Egeo era ovviamente la mia addiction (devo vederlo almeno una volta all’anno, lo so praticamente a memoria!) al film di Gabriele Salvatores, “Mediterraneo”, che è stato girato interamente sull’isola e proprio quest’anno compie 30 anni (1991).
Sapevo che era un’isola senza spiagge e, vista la mia passione per sole e mare, gli altri motivi erano più forti!
Oltre al film l’altro era sempre il viaggio di Ardito Desio del 1922, di cui parlo già qui.
Ho poi scoperto altri aspetti dell’isola, conoscendo alcune persone visto che mi sono fermato per un po’, e smettendo anche di pensare al film!
Nei primi giorni però le mie passeggiate in paese e sulle colline dell’isola avevano sempre lo sguardo collegato al film. In quei giorni lo avevo anche rivisto dal mio piccolo netbook dell’epoca, per riviverlo in diretta! Mi pare da un canale Youtube, ora non c’è più.
WARNING: nell’articolo ci sono spoiler del film! Se non l’hai visto attenzione!
Cercavo le locations, le inquadrature, quei posti che nel film si vedevano in un modo e nei giorni del mio viaggio in un altro. Oggi (2021) vedendo un po’ di foto più recenti ho visto che il paese sta ancora cambiando.
All’epoca del film Megisti, Kastellorizo, era un’isola quasi abbandonata, con le case del paese molto rovinate, frutto di anni di incuria. Molte erano state abbandonate e quindi si sono deteriorate con il tempo, altre erano state distrutte dal terremoto o dalla guerra e mai ricostruite visto che l’isola si era spopolata.

È chiaro che vivere in un piccolo paese come Megisti non è facile; il film ha consegnato l’isola al flusso turistico e ha permesso una nuova vita agli abitanti. Il paese è rifiorito, molte case sono state ricostruite, restaurate come luoghi di accoglienza per i turisti e negli anni ha assunto una fama internazionale.
Anche David Gilmour ne è stato conquistato nel 2006: l’album “On an Island” è ispirato a questo piccolo paradiso: il primo brano si chiama Castellorizon….
Locations
Il paese è costruito intorno al molo che gira su tre lati sul golfo principale, poi sale sulla collina dove c’è il castello dei Cavalieri di San Giovanni e scende dall’altro lato, sbucando nell’altro golfo dove c’è Mandraki, il porticciolo dei pescatori e dall’altro lato il cimitero.
Ma cominciamo a vedere i luoghi che ho trovato:
01 – L’arrivo

All’arrivo i soldati sbarcano dalle scialuppe nella parte posteriore del paese, la baia di Mandraki. Dietro si vede il cimitero dove alla fine del film sarà la tomba di Vassilissa. Purtroppo non ho pensato di andarci. La mia foto è dall’alto e si riconosce il cimitero e la piccola cappella a destra.

02 – Il portale

Il portale di ingresso al paese credo faccia parte degli interventi architettonici fatti dagli italiani durante il periodo coloniale.
Durante il mio viaggio era pericolante e lo avevano puntellato! Spero che nel frattempo lo abbiano restaurato!

03 – Il mercato
I soldati passano anche all’interno del mercato, sbucando nella banchina deserta, gli abitanti sono scomparsi!
04 – Bambini!

Dove Farina/Giuseppe Cederna è “assaltato” dai bambini. “Sveglia! Sono arrivati! Li ho visti! Sono qui!”
La mia foto è molto più larga dell’inquadratura di Salvatores, ma è scattata dallo stesso lato del paese. Non è esattamente lo stesso posto ma quasi, si vede sullo sfondo il cimitero con i cipressi e la piccola cappella bianca sulla destra.

05 – Il ritratto di Omero

Dove il tenente Montini/Claudio Bigagli fa il ritratto al signore che ritiene somigliante ad Omero! Tieni presente che nel film furono coinvolti molti degli abitanti del paese, dai bambini, ai vecchi, alle donne e oggi molti che erano bambini nel film sono persone adulte e ancora ricordano quei giorni del 1991!

06 – Almeno le lettere…

Quando il tenente siciliano La Rosa/Antonio Catania va via Noventa/Claudio Bisio si nasconde nell’aereo per andare via con lui e viene malamente buttato a terra prima che l’aereo spicchi il volo!
Anche se non è esattamente quella location (ma l’isolotto della seconda foto è lui!) ogni volta che giravo e vedevo un orizzonte con i riflessi scattavo perché mi ricordava quell’inquadratura.
Il riflesso del sole sul mare è una di quelle cose che mi fa ipnotizzare ogni volta. Ho milioni di foto, video e parole dove il fascino dei riflessi è evidente.
RIFLESSI D’ARGENTO VERDE SULL’ACQUA E LE LUCI CHE LI COMPONGONO VARIANO CONTINUAMENTE 16/06/2004 - Agathonissi
07 – Nonzo – La cena dell’oblio

Quando arriva Aziz con la barchetta, tutti i protagonisti vengono “gabbati” dal turco, come dice loro subito dopo il pope “mai fidarsi dei turchi”!
Facendogli fumare un po’ di hashish Aziz (“Nonzo si chiamava” – Lo Russo/Diego Abatantuono) ruba loro tutto, dagli orologi ai fucili.
La scena principale, la cena, si svolge tutta nella piazza con la moschea (ora un piccolo museo della storia dell’isola) dove c’è il municipio, uno degli edifici italiani del periodo coloniale (che è “la casa del sindaco” dove il pope dice loro di andare).
“Se le cose andassero sempre così…se ti portassero via le armi e ti lasciassero sta roba … si vivrebbe meglio” sergente Lo Russo/Diego Abatantuono
08 – La casa di Vassilissa
La casa è uno dei “tòpoi” più inflazionati, ovviamente! La parola è greca: τοπος / τοποι – come la maggior parte delle parole della nostra lingua e non solo … (mi viene sempre in mente il signor Portokalos del film “Il mio grosso grasso matrimonio greco”).

Se ci fai caso una volta poi la vedi da ogni parte della banchina, fin dall’arrivo con la nave, quando sali sulla montagna e dalla taverna quando mangi!
Ora è ovviamente una casa per turisti, con i lettini messi sulla banchina e sono certo che si stia un paradiso!

Intorno ci sono state varie trasformazioni: sulla destra è stato sistemato meglio l’edificio praticamente diroccato all’epoca del film. Sulla sinistra, dove c’è la porta che va alla cantina, c’era un varco libero nel 2014, anno del mio viaggio. Ho visto foto più recenti in cui il vuoto è stato colmato: il fronte sul mare si viene completando man mano, per ritornare come era negli anni ’20 del ‘900, prima del terremoto del 1926 e delle distruzioni della guerra.
09 – Mi si secca il colore…

Dopo che il “piccolo” Farina è riuscito finalmente a stare insieme a Vassilissa nega agli altri di incontrarla. Loro chiamano il tenente Montini per dirimere la situazione e si riparano dalle fucilate di Farina sotto il portico della casa a fianco.

Oggi la casa è perfetta, con i cuscini sotto le colonne. Sicuramente un ottimo posto dove riposarsi!

10 – Matrimonio!

Dopo il matrimonio c’è il banchetto con il ballo con Abatantuono al centro, una scena memorabile, dove c’è molto di quello che ti fa amare la Grecia!
La piazza è nella zona centrale del paese, sulla collina a metà strada fra la banchina e Mandraki. Lì c’è anche una scritta, che non conoscevo quando sono andato lì e quindi non ho fotografato, che dice: Mediterraneo —> chiedere a Chico, fatta dalla troupe del film visto che la famiglia di Chico, ora morto, aveva aiutato molto per la realizzazione. La loro taverna sulla piazza è ancora attiva e ogni anno ridipingono la scritta per non farla scomparire!

11 – Italians!

L’ultima scena prima della conclusione della parte “storica” del film. La location è sempre la piazza con gli edifici italiani vicino alla moschea. Quando arrivano gli inglesi per riportarli in patria si guardano reciprocamente in cagnesco, i britannici vestiti di tutto punto e loro praticamente diventati greci, con i pantaloni alla turca e la pelle abbronzata dal sole.
È uno scontro di culture in un’unica scena!

12 – La cappella sul mare

La cappella bianca è presente in molte scene del film e quando vai lì te la trovi in effetti sempre davanti! È l’ultima costruzione della baia, subito dopo l’hotel Megisti. L’ho fotografata anche io varie volte.
13 – Dammi un’oliva vah!

Non è una location esatta, sono sulla barca che li riporta in patria, ma nel dialogo esce il vero spirito del film, insieme alla scena successiva.
Montini: “Ma è proprio sparito Farina?”
Lo Russo: “Sparito, ho cercato dappertutto”
Montini: “Sarà scappato in montagna”
Lo Russo: “Probabile!” - sputa un osso di oliva
e lo butta nel mare
Montini: “Magari c’ha ragione lui…”
Lo Russo: “Raffaele, andiamo a costruire
un grande paese… vedrai,
ci tornerà a vivere anche lui, vedrai”
Montini: “Dammi un’oliva vah!”
14 – Vi do una mano…

La fine del film è un posto qualunque, può darsi veramente sia dietro la casa di Vassilissa, ma non importa.
Lo Russo/Diego Abatantuono conclude in modo esemplare lo spirito di libertà ed il legame con la fuga che permea tutto il film, che è ciò che importa:
“Non si viveva poi così bene in Italia, non ci hanno lasciato cambiare niente…E allora… e allora gli ho detto: «Avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice». Così gli ho detto. E sono venuto qui…” Lo Russo/Diego Abatantuono
NO MORE WORDS – SOLO QUELLE DEL MAESTRO
“La fuga non è il rifiuto della responsabilità ma la ricerca della libertà e di un posto nuovo: più che di una trilogia della fuga, mi piace parlare di trilogia del cambiamento.”
Gabriele Salvatores, 2021
tratto dall’intervista su Esquire del 31/01/2021, all’indirizzo
https://www.esquire.com/it/lifestyle/tecnologia/a35364039/salvatores-mediterraneo-30-anni/